La maestà ritrovata

Trinità
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La mostra sul restauro della cassa professionale della Trinità è stata inaugurata il 30 novembre 2019 ed è ancora aperta ai visitatori presso la sala espositiva.

Il manufatto artistico in cartapesta risale al 1709, anno in cui Gio Tomaso Cambiaggio insieme a Carlo Masardo affidarono l’incarico di realizzarlo a Paolo Serra e Pio Mario Bovone. Denominato come Maestà, in variazione alla tradizionale Trinità, raffigura un Dio Padre monumentale che sorregge il feretro del Figlio prima della sua deposizione all’interno del sepolcro, avvolgendone il corpo fisico e l’umanità stessa con l’ampio mantello esternamente dipinto come un cielo notturno stellato, simbolo dell’universo.

La cassa processionale passò in proprietà al Comune di Novi Ligure nel 1985, insieme all’Oratorio stesso e a tutti i beni mobili annessi.

Al momento del ritrovamento, le condizioni conservative del gruppo principale e delle parti separate erano pessime: la superficie ricoperta da pulviscolo ormai sedimentato tra le fenditure e le pieghe degli arti e del manto, crepe anche di natura strutturale, sollevamenti, frammenti e cadute di materia. Da rilevare il sommario rifacimento di alcune porzioni di modellato tra cui la mano sinistra di Dio Padre, il piede destro di Cristo, nonché una grossolana finitura a gommalacca ormai ingiallita ed una generale ridipintura accompagnata da dense colature. L’apertura di piccoli saggi di pulitura ha permesso di accertare tre strati di colore e una rigessatura sotto la quale si notano tracce di doratura.

Dopo alcune prove di pulitura e analisi diagnostiche effettuate con il supporto del Dipartimento di Chimica dell’Università di Genova è iniziato il vero e proprio recupero realizzato all’interno del Laboratorio di Restauro delle Scuole Pie di Genova.

L’intervento, dal costo complessivo di quasi 61mila euro, è stato finanziato dalla Compagnia di San Paolo (bando Tesori Sacri anno 2013), dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (bando cantieri diffusi anno 2013) e dal Comune di Novi Ligure tramite l’utilizzo di parte dei proventi della vendita della farmacia comunale.

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